La Pasqua è una delle festività più sentite in Sicilia, dove accanto a migliaia di rappresentazioni e riti religiosi, ancora una volta sono i dolci ad essere i protagonisti delle nostre tavole. Carichi di rimandi simbolici, storie e tradizioni che si tramandano ancora oggi, vediamo quali sono i dolci pasquali più tipici sulle tavole dei siciliani.
La cassata
Probabilmente il dolce simbolo, non solo della Sicilia, ma della Pasqua in Sicilia è la cassata. Esistono diverse leggende sulla sua creazione, la cui origine si fa risalire tradizionalmente al periodo della dominazione araba da cui deriverebbe il nome originario qas’at (termine che indica una casseruola, una scodella). Secondo questa tradizione un contadino arabo mescolò del formaggio di pecora con lo zucchero, lasciandolo rapprendere all’interno di una casseruola. Ma qualche traccia della cassata è possibile trovarla molto prima, secondo alcuni addirittura durante la dominazione romana. Secondo questa tradizione il nome deriverebbe dal latino caseatus, impiegato per indicare un ripieno di formaggio. In ogni caso fin dalle origini, era possibile assaporare questo dolce soltanto durante le festività pasquali ed era simbolo di rinascita e Resurrezione, perché con la sua forma rotonda rimandava al disco del sole, che rendeva fertile la terra. Oggi è possibile gustare questo dolce durante tutto l’anno, nelle sue mille versioni e con decorazioni differenti.
La frutta di Martorana
Nel periodo di Pasqua sulle tavole dei siciliani non può assolutamente mancare la Martorana, dolci nati dall’unione di farina di mandorle e zucchero a Palermo, durante il periodo della dominazione normanna. Anche in questo caso il legame con la tradizione religiosa è forte: secondo diverse fonti, infatti, furono delle monache benedettine a creare la Martorana, detta anche pasta reale, che deve il suo nome alla chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, denominata “della Martorana”. La frutta di Martorana è un classico della tradizione dolciaria siciliana e gode di fama internazionale: questi dolcetti di pasta reale molto colorati ravvivano la tavola in ogni occasione, soprattutto durante le festività di Pasqua.
L’agnello pasquale
Sempre a tema “Martorana”, un altro dolce pasquale che vede l’utilizzo della pasta reale è il celebre agnello pasquale, simbolo per eccellenza della Pasqua. L’agnello pasquale è un dolce a base di pasta reale con un ripieno di pasta di pistacchio (ottenuta con la lavorazione di pistacchi tritati, acqua e zucchero). Una vera e propria delizia e anche un momento di gioia per i bambini che lo ricevono in dono.
Secondo la tradizione a prepararlo per la prima volta furono le suore del Collegio di Maria di Favara, luogo in cui ancora oggi si festeggia una sagra dedicata a questa prelibatezza. Un aneddoto curioso riguarda la sua ricetta: fu infatti una ricca famiglia di Favara che, nel 1898, decise di mettere la ricetta per iscritto, fino a quel momento tramandata solo oralmente.
Il Ciciulìu
Il Ciciulìu è un “biscottone” di pasta frolla decorato con uova sode e si porta dietro una lunga tradizione e numerose particolarità. La prima è proprio il suo nome, infatti è noto in ogni dove della Sicilia con vari nomi. Che venga chiamato Pupu ccu l’ova, panaredda o cuddura, poco importa: questo dolce sembra nato appositamente per creare momenti di aggregazione e condivisione sin dalla sua preparazione, che costituisce un vero e proprio rito comunitario, in passato più evidente, in quanto ci si riuniva in casa per la preparazione dell’impasto.
Il Ciciulìu è stato il simbolo della Pasqua tra i siciliani ben prima delle uova di cioccolato e veniva regalato sia ai bambini che ad amici e parenti, a seconda della loro importanza.
Un’altra peculiarità? Ogni forma aveva un significato preciso: la ciambella rotonda di pasta a treccia era per gli amici (per consolidare il legame affettivo), quello a forma di cuore per la persona amata. E ancora, il galletto o la colomba di solito veniva regalato ai ragazzi con l’augurio di spiccare presto il volo, la pupa andava alle ragazze come auspicio di fecondità e il cestino era destinato alle famiglie.
Come si può immaginare, più uova ci sono, più il Ciciulìu assume importanza e significato di rispetto. E come se non bastasse, in passato esisteva un vero e proprio galateo, in base al quale quello da donare al fidanzato doveva essere ornato con 9-11 o più uova, quello della suocera con 7 uova, quello dei cognati con 5, quello dei nipotini con 3. Il Ciciulìu continua ad essere un dolce molto presente sulle tavole siciliane in occasione delle festività di Pasqua, e ne esistono numerose varianti, a seconda che si preferisca l’impasto del pane tradizionale o quello del biscotto.
La colomba
In questo elenco di dolci tipici pasquali non poteva certo mancare la colomba che, insieme all’uovo di cioccolato, è uno dei dolci tipici della tradizione di Pasqua, ed è diffusa in ogni parte dello Stivale. La ricetta originaria è di provenienza lombarda, ma negli anni ogni regione ha sviluppate le più creative varianti per personalizzarla e adattarla ai sapori tipici. La Sicilia non poteva certo esimersi, e la sua variante più famosa, considerando anche le ottime materie prime, è la colomba al pistacchio, che rimanda ai gusti e ai sapori tipici di questa terra.